mercoledì 15 ottobre 2025

asfodelo giallo ed altro

Condiviso con I tuoi amici ASFODELO GIALLO QUANTO alla parlata loca, i contadini conoscitori dei nomi siciliani dei locali fiori da me inerpellati si sono smarriti e non hanno saputo dirmi l'esatto nome di queste splendide troffe di asfodelo giallo.. Lillo Taverna tpodoSnesr7725ch5au9h9lh0g9 9 8g1lil2824i5l8m3a620u6 h 971 f96tc · Condiviso con I tuoi amici ASFODELO GIALLO [ASPHODELINE LUTEA[ (CFR. GIOVANNI SALVO - RACALMUTO, Patrimonio st Gli ambienti - - La flora - La Fauna: accenno a pag. 106 - foto a pag. 104.] Villa Merycal al momento risplende di giallo, il giallo della pianta medicinale, l'asfodelo di cui non riesco ancora a scoprire quale è nome nel nostro impareggiabile dialetto racalmutese. Qualcuno mi può venire incontro? L'asfodelo giallo (Asphodeline lutea) è una pianta perenne mediterranea con fiori gialli a forma di stella, conosciuta per i suoi usi ornamentali, culinari e simbolici nella tradizione mediterranea. Caratteristiche Botaniche L’Asphodeline lutea, detta anche asfodelo giallo o Bastone di Giacobbe, appartiene alla famiglia Asphodelaceae Wikipedia . È una pianta perenne che può raggiungere un’altezza di 70-110 cm www.tuttogreen.it . Il fusto è eretto, cilindrico e ricoperto di foglie lungo tutta la lunghezza, mentre le foglie basali formano una rosetta da cui emerge in primavera il fusto floreale carrozzadergambini.it . Le foglie sono lunghe dai 10 ai 70 cm, a sezione triangolare, di colore verde-azzurro www.tuttogreen.it +1 . I fiori si dispongono in racemi cilindrici densi di infiorescenze a stella, di colore giallo con antere marroni o nere, e fioriscono tra aprile e maggio www.tuttogreen.it +2 . Habitat e Diffusione L’asfodelo giallo predilige terreni aridi, calcarei e sassosi, ed è comune dal livello del mare fino a circa 1.700 metri di altitudine www.tuttogreen.it +1 . Cresce spontaneo nel bacino del Mediterraneo, soprattutto in Italia meridionale (Sicilia, Puglia), Sardegna e Liguria, ma è presente anche in Portogallo, Spagna, Asia Minore e Iran www.tuttogreen.it +1 . È resistente alla siccità e tollera bene il calore, adattandosi anche a regioni più fresche se il terreno è ben drenato www.promessedefleurs.it . I bulbo-tuberi sotterranei sopravvivono al passaggio del fuoco, consentendo alla pianta di rigenerarsi in zone soggette a incendi www.garganoverde.it . Usi in Cucina e Tradizione I gambi dell’asfodelo giallo, raccolti prima della fioritura, sono commestibili e impiegati in cucina, ad esempio in frittate o cotture con sugo in Sicilia e conservati sott’olio in Puglia Wikipedia +2 . Le foglie vengono utilizzate per avvolgere latticini come la burrata, conferendo freschezza e aroma Wikipedia +1 . Le radici e i tubercoli hanno avuto un ruolo alimentare storico sin dall’antica Grecia, arrostiti e consumati con fichi o sale e olio larchetipo.com +1 . Proprietà Medicinali e Tradizionali Storicamente la pianta è stata impiegata anche in medicina popolare come emolliente, rinfrescante, diuretico e per trattamenti cutanei larchetipo.com . I fusti, carbonizzati, sono stati usati in terapie tossicologiche per la loro capacità assorbente larchetipo.com . Dalle radici si potevano ottenere inoltre alcol o colle naturali www.tuttogreen.it . Simbolismo e Mitologia Il nome ‘asphodelos’ deriva dal greco antico e significa “che non vacilla, che perdura”, mentre ‘luteus’ richiama il colore giallo dei fiori larchetipo.com . Nella mitologia greca e romana l’asfodelo era associato all’aldilà e ai defunti: i prati di asfodeli erano percepiti come luoghi in cui dimoravano le anime dei morti ed erano piantati sulle tombe www.tuttogreen.it +1 . Inoltre, presso i Romani, la pianta era simbolo di protezione e prosperità, spesso seminata vicino a porte e case di campagna. Coltivazione e Cura Predilige esposizioni soleggiate o a mezz’ombra e terreni ben drenati, leggeri e neutri 1 . È rustica, resistente alla siccità e non richiede cure particolari, salvo rimuovere fusti fioriti per stimolare nuova crescita 1 . Si può moltiplicare per semina in estate o per divisione dei rizomi in autunno, interrandoli a circa 25 cm di profondità 1 . La pianta cresce lentamente, pertanto le giovani piantine vanno allevate in vaso per i primi anni prima di essere messe a dimora. Origini 2 Curiosità Esiste un miele molto aromatizzato ricavato dai fiori di asfodelo giallo, soprattutto in Sardegna, dal colore chiaro e dal sapore delicato 1 . Le foglie sono impiegate anche per intreccio di cesti tradizionali 1 . Origine 1 La combinazione di aspetto ornamentale, usi alimentari e simbolismo storico-mitologico rende l’asfodelo giallo una pianta unica nel panorama mediterraneo Wikipedia +2 . Maria Pia Calapà L'asfodelo giallo viene chiamato in dialetto siciliano con diversi nomi, tra cui zubbi, arufi, garufi, puddicini e baffalupo, a seconda delle zone. In alcune aree, come l'agrigentino, è noto come "puddicini". Zubbi: Questo nome, considerato derivato d… Altro...
Lillo Taverna opSotrnsde 5 9a30fi0ht2maacg0 i 8hf50m83fl tt9 n 93f12cg4f7u2tf5 6 m · Condiviso con I tuoi amici ASFODELO GIALLO [ASPHODELINE LUTEA[ (CFR. GIOVANNI SALVO - RACALMUTO, Patrimonio st Gli ambienti - - La flora - La Fauna: accenno a pag. 106 - foto a pag. 104.] Villa Merycal al momento risplende di giallo, il giallo della pianta medicinale, l'asfodelo di cui non riesco ancora a scoprire quale è nome nel nostro impareggiabile dialetto racalmutese. Qualcuno mi può venire incontro? L'asfodelo giallo (Asphodeline lutea) è una pianta perenne mediterranea con fiori gialli a forma di stella, conosciuta per i suoi usi ornamentali, culinari e simbolici nella tradizione mediterranea. Caratteristiche Botaniche L’Asphodeline lutea, detta anche asfodelo giallo o Bastone di Giacobbe, appartiene alla famiglia Asphodelaceae Wikipedia . È una pianta perenne che può raggiungere un’altezza di 70-110 cm www.tuttogreen.it . Il fusto è eretto, cilindrico e ricoperto di foglie lungo tutta la lunghezza, mentre le foglie basali formano una rosetta da cui emerge in primavera il fusto floreale carrozzadergambini.it . Le foglie sono lunghe dai 10 ai 70 cm, a sezione triangolare, di colore verde-azzurro www.tuttogreen.it +1 . I fiori si dispongono in racemi cilindrici densi di infiorescenze a stella, di colore giallo con antere marroni o nere, e fioriscono tra aprile e maggio www.tuttogreen.it +2 . Habitat e Diffusione L’asfodelo giallo predilige terreni aridi, calcarei e sassosi, ed è comune dal livello del mare fino a circa 1.700 metri di altitudine www.tuttogreen.it +1 . Cresce spontaneo nel bacino del Mediterraneo, soprattutto in Italia meridionale (Sicilia, Puglia), Sardegna e Liguria, ma è presente anche in Portogallo, Spagna, Asia Minore e Iran www.tuttogreen.it +1 . È resistente alla siccità e tollera bene il calore, adattandosi anche a regioni più fresche se il terreno è ben drenato www.promessedefleurs.it . I bulbo-tuberi sotterranei sopravvivono al passaggio del fuoco, consentendo alla pianta di rigenerarsi in zone soggette a incendi www.garganoverde.it . Usi in Cucina e Tradizione I gambi dell’asfodelo giallo, raccolti prima della fioritura, sono commestibili e impiegati in cucina, ad esempio in frittate o cotture con sugo in Sicilia e conservati sott’olio in Puglia Wikipedia +2 . Le foglie vengono utilizzate per avvolgere latticini come la burrata, conferendo freschezza e aroma Wikipedia +1 . Le radici e i tubercoli hanno avuto un ruolo alimentare storico sin dall’antica Grecia, arrostiti e consumati con fichi o sale e olio larchetipo.com +1 . Proprietà Medicinali e Tradizionali Storicamente la pianta è stata impiegata anche in medicina popolare come emolliente, rinfrescante, diuretico e per trattamenti cutanei larchetipo.com . I fusti, carbonizzati, sono stati usati in terapie tossicologiche per la loro capacità assorbente larchetipo.com . Dalle radici si potevano ottenere inoltre alcol o colle naturali www.tuttogreen.it . Simbolismo e Mitologia Il nome ‘asphodelos’ deriva dal greco antico e significa “che non vacilla, che perdura”, mentre ‘luteus’ richiama il colore giallo dei fiori larchetipo.com . Nella mitologia greca e romana l’asfodelo era associato all’aldilà e ai defunti: i prati di asfodeli erano percepiti come luoghi in cui dimoravano le anime dei morti ed erano piantati sulle tombe www.tuttogreen.it +1 . Inoltre, presso i Romani, la pianta era simbolo di protezione e prosperità, spesso seminata vicino a porte e case di campagna. Coltivazione e Cura Predilige esposizioni soleggiate o a mezz’ombra e terreni ben drenati, leggeri e neutri 1 . È rustica, resistente alla siccità e non richiede cure particolari, salvo rimuovere fusti fioriti per stimolare nuova crescita 1 . Si può moltiplicare per semina in estate o per divisione dei rizomi in autunno, interrandoli a circa 25 cm di profondità 1 . La pianta cresce lentamente, pertanto le giovani piantine vanno allevate in vaso per i primi anni prima di essere messe a dimora. Origini 2 Curiosità Esiste un miele molto aromatizzato ricavato dai fiori di asfodelo giallo, soprattutto in Sardegna, dal colore chiaro e dal sapore delicato 1 . Le foglie sono impiegate anche per intreccio di cesti tradizionali 1 . Origine 1 La combinazione di aspetto ornamentale, usi alimentari e simbolismo storico-mitologico rende l’asfodelo giallo una pianta unica nel panorama mediterraneo Wiki Lillo Taverna

martedì 16 settembre 2025

IO GIURISTA DE "NOANTRI" TU SINDACO DE "VOANTRI" -Ci sono diversi modi di fare politica! -Come diverse possono essere le motivazioni che spingono a farla! -Si può dire pubblicamente quello che si pansa e quali sono le proprie intenzioni, accettando il confronto e il dissenso! -Si può liberare la propria coscienza critica su fatti, poco chiari, avendo l'onestá e il coraggio di indicare il nome e il cognome di coloro che si ritiene siano o possano essere i responsabili. Questa è serietá ed onestá intellettuale! Ed è quello che faccio da sempre! Indipendentemente dal risultato elettorale e dal ruolo amministrativo politico ricoperto! -Poi, ci sono i fautori della filosofia del silenzio; Come "modus operandi"! (sempre più numerosi!Un vero contagio) -Persone a cui non gliene frega un ca.. di Racalmuto e dei Racalmutesi! -Questi se perdono le elezioni si sotterrano "comu li Babbaluci"! -Riescono a stare per anni allo stato latente, in attesa che cambi il tempo! -Quando arriva la "pioggia" escono e si raggruppano in "bande" per tentare l'assalto "a lu Panaru!" -Chi ci riesce, di regola con sotterfugi e facili promesse agli elettori, non cambia filosofia! -Continua con questo silenzio, che sa tanto di omertá! Almeno per le cose che hanno, per loro, importanti ricadute clientelari, di utilitá personale o di gruppo! Tutto a danno della comunitá!
  • neanche questo riescono a fare! E scivolano inesorabilmente nel patetico! - "Caro" sindaco Bongiorno se vuoi puoi continuare ad offendere con queste tue affermazioni false e tendenziose, proferite per il solo fatto che non mi sono voluto allineare! Addirittura (compiendo peccato di lesa maestá) mi sono permesso di muovere critiche sul Tuo operato e dell'Amministrazione che "bullizzi psicologicamente ogni giorno!" Sai che c'è?, Se vuoi, potrai continuare con questo modo di fare indicando apertamente il mio nome! Mi impegno pubblicamente a non fare quello che hai fatto Tu nei confronti del consigliere Petrotto! Ovvero la querela per delle cose dette in consiglio; Per le quali la procura ha chiesto l'archiviazione! Con tuo dispiacere! Anche in questo caso non hai avuto il coraggio di fare nome e cognome! lo indichi come mio "Affine"! P.S. Sempre, per tenere fede alla richiamata, a volte abusata serietá, sarebbe il caso, per una volta, che il nostro caro sindaco spiegasse, se può, quali sarebbero le falsità contenute nei miei post! Non è una bella cosa che un sindaco, cosí avanti negli anni, dica delle bugie pubblicamente! Non è Serio! Io come segno distensivo, offro un bel vassoio di cannoli siciliani! Da scambiare con un po' piú di informazioni, veritá e trasparenza!😜 Lillo Taverna . Mi tambureggiava che almeno un decina di grosse personalità autenticamente racalmutesi erano pronte a sce ndere in lizza, a pèprospettarci programmi e amministrazioni consone al nuovo millennio; ed invece solo un trittico a dir poco discutibile. I migliori si erano messi da parte. Ora. imn mano ad un cummatinaru, ne piangi
  • lunedì 8 settembre 2025

    ALLELLUIA allelluia il prete grasso che tutti dicono mgro. storico della Sorbona di cirimicacola hapontifificato che i frsta canini traslati dai conventi famelici dei francescani palermitani a Racalmuto il 31 agosto 1625 dono autentici. Sui guad bene dal farne fre gli esami come dire istologici. Gli basta quanto attestato in un costosto diploma peraltro andato smattito sotto il suo governo. Ottanta cavalieri avrebbero portatato queglo ossicini canini da i francescani plermitani 8i gesuiti molto scaltri se ne erano dissociati) m quando a Racalmuto le statistiche mi dicono che i cavalli non erano più di quaranta. Peraltro A palermo infuriava la peste. I cavalieri si infettarono e insieme ai curiosi di Grotte già impestati fevero esplodere la peste anche a Racalmuto che sino allora ne ersta immune. Quegli ossicini canini pare che il pimo miracolo comunque lo fevr; scenddendo per via S. Francesco (ora Via via Tinebra Martorana9 una indemoniata bestemmiatroce e vergognosamente svestita al passaggo delle sacre reliquire a dirla con il prete grasso che tutti dicono magro cersò d'incanto di tenersi il diavolo in corpo e divenne una pia donna come dira una nostra moderna orsolina. Ma l'infuriare della peste infuriò i racalmutesi che non non amaromno la Santuzza nonostant gli sforzi della Principessa Beatrice Ventimiglia vedova di Girilamo II del carretto . Oso citarmi: "Donnaa Beatrice Del Carretto esce indennee dalla peste del 1624, La troviamo ancora solerte e dispotica nel 1626. Ella ga deciso che le reliquie di Santa Rosalia , portate a Racalmuto il 31 agosto 1625 . vengano traslate da S. Francesco alla nuova 8o rimessa a nuovo) chiesetta di Santa Rosalia." Quella chiesette pu venire allogata dove vi pare ma non certamente addosso aò paòazzo Romano eretto nei primi anni del ''Novecento. Peraltro ebbe una triste fine. Non amata dai Racalmutesi, in pochi vi si facevano seppellire e quindi scarse erano le rendite . Ne derivò una decrepitezza muuraria per cui al caonoco mantione non parevero di poterla rifilare come stalla ai sedicenti Baroni Grillo. In cambio una brutta statua di Santa Rosalia allogata in un altare latrale della Matrice, Non credo che tanto si trovi nel caro tomo del locale ingegnere. Ma tant'è. Totò Picone pare che sta nella cordata dei veneranti l'inesistente Rodsalia Sinibaldi che Santo Stefano Quisquina vorrebbe tutta sua. Diranno che nessuno mi sgue. Intanto gondolo: il mio terribile web CONTRA OMNIA RACALMUTO + aumetato in due giorni di ben 2.265 visitazionie. Alla faccia loro! crivo all'una di notte, quasi cienco e non ho vogòlia di correggere errori darriligrafici e sviste forse anche sintattiche). Diranno a conforto della lorocrassa ignoranza che sono uno sgrammaticato e amcche peggio. Mi sta bene!)

    sabato 30 agosto 2025

    (RISERVATO A CHI ODIA I MIGRANTI) DITELO CON FRANCHEZZA, PERCHÉ ESITARE? O PREFERITE CANTARLO? MA SÌ, A CASA DA SOLI, QUANDO NESSUNO VI ASCOLTA. … Altro... 99ta Giavomino Giacomino Scusa se approfitto della tua cultura. Ma Bi come ente pubblico, può travasare gli immobili ad una società facendola diventare padrona? Addirittura gestire da dirigenti pensionati di Banlitalia? Mi piace · Rispondi · 12 min Gestire Lillo Taverna Purtroppo sì! Ora è giano bifronte. Non essendo più istituto di emissione e non essendo più titolare della Vigilanza sulle aziende di credito si è ridotta ad… Altro...

    mercoledì 27 agosto 2025

    Oggi a tavola, dopo un bel èooayyo di maltagliati al sugo di pomodoro come solo mia cogna6ta Mariella sa fare, ecco un dibattitoi linguistico. Che significano termini come scifu; spirlonga: chichiriieddru. Stuzzico la mia Intelligenza Artificiaslr. Sbarella. Esaustivo invvece il notevole vocabolario del canicattinese BRANCATO- La dotta congrega canicattinese fa duscendere SCIFU dal graci per indicare: ona "pedsante pietra scolpita a forma concava dove veniva mresso il cibo dei maiati// dal graco sciphos." Io ricondo un signficto un po' più allegorico: piatto di creta rudimentale molto grande per contenare cibrie umnìne non di pregio ma sovrabbonfanti. Passiamo a SPIRLOBGA: Per il Brancato: piatto di èprtata di terracotta smaltata , di forma rotonda od ovale Genesi? ma certo: latina: PERLONGA. (Non mi convince molto, tant'è). E siamo a quella forma di pane duro che anche a Racalmuto chiamiamo: CHICHIRIEDDRU: Il Brancato non ha derivantini antiche. Noi - ovvio - troviamo ulteriore conforto alla nostra comnvinzine che molti termini dialettali racalmutesi sono residui linguistici del nostri antenati sicani, quelli che sencondo gli studi dell'archeologo D La Rosa stanziavani nei nostri affascinanti Monti Sicani, già cinque mila anni fa stando a taluni riscontroi fittili sotto posti a termoluminescenza presso l'(nivewrsità di Catania. Mostra meno
    · Condiviso con I tuoi amici Enzo Sardo · Con il decreto legge 116 dell'8 agosto 2025 sono state emanate delle norme che puniscono severamente chi butta o abbandona sacchetti ti rifiuti. Voglio ricordare che è previsto il sequestro del veicolo, multe fino a 12 mila euro e se ho capito bene anche la denuncia penale. Per cui sarebbe bene che tutti i cittadini virtuosi o amanti del proprio paese diffondano questa notizia.… Altro... Facebook Facebookviso con I tuoi amici LA LUNGA AATTESA PARTE SECONDA Abbiamo visto la volta scorsa come nel dibattito parlamentare sul Cao Sindona vi si consumò un surreale alterco tra l'ex Governatore della Banca d'Italia e il comunista on. Giuseppe 'Alema assieme al fascista on. Tatarella. Sostanzialmente . Carli si difendeva dalla accusa di avere omesso tempestivi provvedimenti di rigore contro Sindana perchè così l'avrebbe costrettoil sottoscritto. Nella mia qualità di ispettore in ultima analisi da buo… Altro...
    Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Lillo Taverna oporSsednt 5 a o 2 o f e o 49 t 0a1h e 0 g m0 7 5 2 s 5 aht a r l a f0ht8 8i2mfc : 1u l · Condiviso con I tuoi amici venerdì 21 febbraio 2014 Esattamente 40 anni fa di questi tempi stava cambiando totalmente la mia vita. Caldo giugno allora come adesso, venerdì pomeriggio arriva un ordine da Via Nazionale 91: allertare tre ben specifici giovani ispettori della Vigilanza bancaria per un colloquio col signor Governatore nella mitica grande sala del San Sebastianino. Vengono chiamati il futuro direttore generale dottor Enzo De Sario, il siciliano dottor Calogero Taverna, l’impeccabile dottor P… Altro... Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Lillo Taverna oporSsednt 5 a o 2 o f e o 49 t 0a1h e 0 g m0 1 5 9 s 5 aht a r l a f0ht8 8i2mfc : 1u l · Condiviso con I tuoi amici AVE Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Facebook Lillo Taverna poSrnstdeo3 t e 161 1 2 36 g s 44 4 04 r 6i09 e 1 o taui l 13 5 o 9 6 1 : 13 o 8 a l 2g a · Condiviso con I tuoi amici Enzo Sardo · Con il decreto legge 116 dell'8 agosto 2025 sono state emanate delle norme che puniscono severamente chi butta o abbandona sacchetti ti rifiuti. Voglio ricordare che è previsto il

    martedì 26 agosto 2025

    Lillo Taverna Enzo Sardo · Con il decreto legge 116 dell'8 agosto 2025 sono state emanate delle norme che puniscono severamente chi butta o abbandona sacchetti ti rifiuti. Voglio ricordare che è previsto il sequestro del veicolo, multe fino a 12 mila euro e se ho capito bene anche la denuncia penale. Per cui sarebbe bene che tutti i cittadini virtuosi o amanti del proprio paese diffondano questa notizia. Credo una notizia di civiltà. Antonino Papotto 👍🏾 Giovanna Campanella Finalmente, era ora Angelo Cutaia Di Racalmuto Non si può condividere. Piscopo Gaspare Purtroppo ci vuole la volontà dell’amministrazione per mettere le foto trappole e punire gli idioti che continuano a buttare immondizia per le strade, zona cda giudeo c’è un emerito che quotidianamente lascia sacchetti di immondizia con dentro pure pannolini, quindi l’idiota si è procreato o la moglie ha procreato, ma sarà una gran gioia quando verrà identificato perché se l’amministrazione non lo fa, lo fanno i residenti ! Giancarlo Matteliano Vastunati! Salvatore Chiarelli Anche in contrada casalvecchio nella discesa, quasi quotidianamente quache lurida persona abbandona sul ciglio o in mezzo alla strada un sacchetto di spazzatura. Giuseppe Guagliano E per tutte quelle pubbliche amministrazioni di cui fanno parte anche i soggetti gestori, responsabili di clamorosi esempi di cattiva gestione se non clientele e spartizione di risorse a danno degli utenti, da cui parte il degrado in ogni sua manifestazione, la nuova legge cosa prevede! Ad oggi con leggi giá emanate un alleggerimento delle responsabilitá, delle pene a volte addirittura la depenalizzazione! Cosí non può funzionare! Stiamo percorrendo a grandi passi la strada del totalitarismo! Sempre più forti con i deboli! Clementi con i forti! E olio di ricino per il popolo!😰 ----------------------------------- Lillo Taverna Enzo Sardo che è raffinato politico di acuto intlletto dovrebbe convenire con me che fin tanto che vige l'imbroglio delle raccolta differenziata, i bordi delle strade di camppagna saranno pideni di sacchitti di immondizia anche quella mefitica,. Non c'è legge che tenga a fonte di impellenti necessità. Ai miei tempi per le stradcette del mio paesew di notte era una inondazione di urina e non solo. Non c'erano gabinetti in casa. Ora non ci sono cassonetti capinti nelle strade e quindi di necessità virtù l'immondizia si butta ove possibile. Lillo Taverna Certo a suo tempo è stato l'incaito sindaco cpmunista a vendere la immondizia a carissimo prezzo a speculatori di stampo democristiano. Pare per sistemare la moglie segretaria comunale in comuni più acconci. Ora il novello sindaco può tacitare l'on. Di Mauro piazzando due figli di grendi alettori nello smaltimento dei riufiuti solidi urbani. Pare che però possa scoppiare una incriminazione per scambio di voti. Magari! Lilllo Taverna · Condiviso con I tuoi amici LA LUNGA AATTESA PARTE SECONDA Abbiamo visto la volta scorsa come nel dibattito parlamentare sul Cao Sindona vi si consumò un surreale alterco tra l'ex Governatore della Banca d'Italia e il comunista on. Giuseppe 'Alema assieme al fascista on. Tatarella. Sostanzialmente . Carli si difendeva dalla accusa di avere omesso tempestivi provvedimenti di rigore contro Sindana perchè così l'avrebbe costrettoil sottoscritto. Nella mia qualità di ispettore in ultima analisi da buomn siciliano, magari colluso con ,l'alta mafia che proteggeva l'affiliato Sindona, avrebbe imposto al Governatore di essere indulgente col bancarottiere di Patti (Sicilia). Il comunidsta Giuseppe d'Alema si limitò a dire che non poteva sostenerso che un subordinato ispettore BI - il Taverna - posì stravolgenti. L'on. tatarella molto più assennatamente contestò il governatore ricordando che nelle udienze dell'inchiesta su Sindona di san Macuto il Taverna appunto se ne era uscito con l'emblematica frase "io non ho deciso un bel nulla". Carli, irritato allora sbotta: Credo che occorra verificare il verbale di quella riunione per sapere se egli (l Taverna) fose o no presente Si mostra il verbale. Tatarella lo sbircia ed ammette compunto: era presente. Carli ringalluzzito pontifica: conseguentemente insieme con il collega ha concorso nelle decisioni . Ma bastava leggere quel documenti che peraltro non poteva essere qualificato "verbale" per appurare che il Taverna non avva per nulla concorso al nessuna decisione circa benevolenze assolutorie del Sindona. Tutt'altro! Eccovi il documento in questione. Non era un verbale perché non vi era stata alcuna convocazione di orbgani completenti. Era stata solo un drammatico scambio scambio irrituale di informazioni.. Il Taverna . appena aggiunto ispettore - è l'ultima ruota del carro. Apparentemente nulla dice, nulla chede, nulla suggerisce, nulla decide. Ma quello non è un verbale, è una furba nota del siciliano, l'ispettore capo cdella Vigilanza Bancaria, Antonino Arista. E' una messa in mora dello stato maggiore della Banca d'Italia d'I d'Italia e cioè: . il Signor Governatore , Dr. Guido Carli. [continua]

    venerdì 22 agosto 2025

    Correva l'anno del Signore 1974. Il 10 maggio compivo quaranta anni. A fine 1971 mi ero sposato. Una maestrina quasi mia coetanea. Mi ero dunque accasato. Divenivo un rispettabile medio borghese alle dipendenze della Banca d'Italia. Figlio di un dignitoso ma modesto merciaio di Racalmuto, ero approdato a Roma da Messina appena conseguito celermente il grado di Capo Ufficio. Inquadrato tra gli ispettori di Vigilanza avevo dovuto superare la diffidenza di un capo servizio che non apprezzava la mia non eccelsa statura e poi di uno Zoffoli, fratello di un gesuita importante, napoletano, con luci ed ombre circa il suo gestire un servizio atipico quale l'organo di vigilanza ispettiva di banche e realtà valutarie e finanziarie dell'Italia Intera. La politica veniva apparentemente bandita ma vi faceva capolino nei singoli appartenenti a quel delicato corpo ispettivo. Preminente un blando propendere per un liberalismo illuminato defluente spesso in appartenenze massoniche ma ortodosse. Io non ero nè liberale alla Malagodi né massone alla Licio Gelli. Cattolico di sinistra in gioventù ora ero diventato apertamente comunista anche in tempi di Brigate Ross. Dopo addirittura collaborai con Lotta Continua. Ero un soggetto non sincrono alle ideologie sia pure latenti dello Zoffoli , come si disse, capo servizio dell'Ispettorato Vigilanza. ***** Ed eccoci alle otto della e sera a Palazzo Koch. Quel palazzo là tetro talora, sfarzoso alle volte, simboleggiante fervori ed accidie della politica monetaria del tempo!, Vi accedemmo solo una decina di volte in venti anni di servizio all'Ispettorato. Granmassone nell'aspetto rinascimentale le scale , anonimo in taluni aggregati lavorativi, di arcigno sfarzo l'interminabile ufficio del Governatore. Un San Sebastianino raffaelliano pendeva sulla composta scrivania di Carli; arazzi ben curati a dare l'impressione di una cappella palatina. Fu per anni incontro serotino tra Carli Agnelli Lama e Scalfari. Pare che Scalfari dettasse gli indirizzi della politica economia nazionale. Un gran servio srui sfornaca modelli econometrici e simulazioni rovinose. Ad una credettero gli Americani che tutto spiavano. e poco mancò che scoppiasse l'ulteriore quarta guerra mondiale. Sfuggente Carli nella Vigilanza sulle banche; sSolo composta moral suasion. La consulenza Legale tra contrllo quantitativo e quello qualitativo propendeva per quest’ultimo per superare inframmettenze punitive: a Carli non andava di sobbarcarsi a dolorose verifiche specie se coinvolgevano aspetti tributari. Solo benevoli consigli operativi. Quanta scabrosa fosse la questione tributaria, era assillo di Carli. lo sentii dire: non mi intrometterò in una questione cosiffatta conoscendo bene la dispersiva fiscalità degli organi ministeriali di controllo. Quando avremo un ordinamento tributario degno della nuova Italia del Miracolo Economico, allora ce ne occuperemo. Ci bloccano nell'anticamera di Carli. I commessi-capo scultorei emuli dei corazzieri del dirimpettaio Quirinale, la luce soffusa ma alquanto rappresa come in un funerale in gotica cattedrale. Siamo disorientati. Intanto esplode la voce di Carli: no, no; questa è una cosa seria! Esce trafelato il ministro Colombo. Il Tesoro represso dal Governatore BI. Non mi sembrò cosa molto costituzionale. Ma dite quel che volete, il vil denaro la spunta sulla maestà italica dello Stato. Ma poi avrei visto di più molto di più. Fu così che entrammo compunti ed ossequiosi nello studio trascendentale del dottor Guido Carli. Un lungo percorso a luce fiochissima prima di giungere a debita distanza dalla cadrega govenatoriale. Scorgemmo appena il San Sebasianino Carli per note ragioni fumaiole necessitava di rada luminaria. Fu breve. Ci venero consegnate tre lettere di incarico, una ald ottor De Sario, l'altra al dottor Piero Izzo: tre banche sotto ispezione straordinaria imprecisata. De Sario, saccentone come sempre, avrebbe voluto sapere come documentarsi propedeuticamente. Fu zittito in malo modo. A lui toccava la più importante delle tre, la Banca Unione, a me la Banca Privata Finanziaria di via Verdi 5 . Milano, A Piero una banchetta periferica di non molta rilevanza, nel caso, la banchetta Zincone finita alla consorte di Lamberto Dini. Ed eccoci alle otto della e sera a Palazzo Koch. Quel palazzo là tetro talouel torrido pomeriggio di fine giugno boccheggiavamo in quel palazzetto di Via Milano. Ispettori in transito stavamo in sede per il lungo ponte dei festeggiamenti di San Pietro e Paolo i santi protettori della capitale papale. Stavo con i miei soliti sodali, contestatori della diarchia Dell’Uva De Sario al momento alquanto in crisi per la giubilazione del loro referente, il capo servizio Zoffoli. ‘Arcigno rude e mal vestito Occhiuto , da vice Direttore Generale in effetti aveva preso in man0 l’intero Istituto di Emissione di Via Nazionale. Zoffoli aveva esagerato nella tresca con le banche napoletane da dove proveniva. Occhiuto anche lui napoletano ma laico massone di una Propaganda altera riservata seria, altro che Licio Gelli, aveva sgominato la banda interna BI trescante con banche quale la Banca Fabbrocini di Terzigno.. Dopo tante ispezioni compiacenti aveva mandato me alla Fabbrocini: non lo delusi. Lui mi giudicò valoroso e politicamente rispettabile e mi tenne presente ogni qualvolta occorreva un ispettore non malleabile. Devo ancora rammaricarmi: mi conferì altissimi e delicati incarichi, colpii i potentati interni quale il clan Zoffoli; si compiacque ma poi mi lasciò in preda a quei potenti e addio per me carriera folgorante. Il predestinato era Dell’Uva ma ebbe a morire giovane per sua riottosità alle cure mediche-. Restò De Saro figlio d in carrettiere pugliese ma con rigida caparbietà si era laureato e aveva vinto lo stesso mio concorso alla carriera direttiva della BI era. Da segretario in esperimento conquistò il duro direttore della Sede di Bari, il dott. Quattrone- e quindi iniziare mirabolanti salti in carriera. Addirittura ascese al ruolo apical del Direttore Generale della B I. Suo pari grado riuscii a farmi promuovere Capo Ufficio un posto avanti a lui. . Ma fu solo quella volta che riuscii a batterlo. Ma non mi lamento visto che dopo mi riempirono di carta moneta per non farmi fare quello che sapevo fare,: ogni qualvolta che mi affidavano una visita ispettiva, determinavo uno sconquasso del diavolo. Mi era vicino Piero Izzo un gran signore calabrese. Valeva molto ma lo ridimensionavano. Peccato! … , e dire tra l’altro vantava un fisico impnente e e armonioso , mentre tanti altri suoi colleghi non svettavano sotto il profilo fisico, quando non si era di non eccelsa statura come nel mio caso. Annoiati, finita l’ora erotica del capo aspettavamo annoiati di raggiungere le nostre case. Quando inaspettatamente tre di noi vennero avvicinati dal commesso capo: eravamo i giovani ispettori dott. Vincenzo De Sario, dott. Calogero Taverna e dott. Piero Izzo. Ci comunica che dovevamo aspettare di essere ricevuti dal Governatore dott. Guido Carli. Il commesso non sapeva altro. Il solito De Sario va subito dal capo. Torna più imbronciato del solito e ci confida che avremmo ricevuto dalle stesse mani del Governatore gli usuali incarichi ispettivi. Ci corbella confidando che il capo non ne conosceva il contenuto. Era la prima e poi unica volta che un incarico ispettivo venisse officiato de visu dal Governatore. Telefonai a mia moglie dicendole che stavolta avrei tardato più delle solite volte. Anche se quarantenne venivo considerato e in fondo mi consideravo un giovane sposo. Capite la delusione di mia moglie. Aspettammo a lungo. Solo verso le diciannove ci potemmo recare Via Nazionale. Il primo luglio 1974 entro nel portone di via Verdi n. 7 di Milano- Accedo per le pretenziose scalee nella Banca Privata Finanziaria - S. P. A. – Patrimonio ufficiale Lit. 4.200.000.000, capitale sociale 3.750.000.000. – A considerare ll goodwill stratosferico con sedi appetibilissime a Milano a Roma a Varese nell’alacre Nord Italia e diramazioni strategiche nel Mondo economico che conta, ecco un impero; altro che la botteguccia di un modesto avvocaticchio di San Piero Patti e cioè Michele Sindona. Dietro, l’IOR di Marcinkus gli Hambro , la Franklin nuiorchese, i collegamenti con le emanazioni sovietiche quali la Wozcod Zurigo e la Moscow Narodny Bank; e poi tutto il Gotha del supremo mondo bancario del mondo intero. Se non mi credete, scorrete il colossale intreccio speculativo in cambi che vi propino in calce a questo mio romanzetto rievocativo dei fatti e misfatti che a ragione intitolo La Donna del Mossad (terrificante servizio segreto israeliano che avendo smodo finanziario nella Bank of Nova Scotia, ne ha ordito’ di tsunami finanziari e valutari nel mondo. Ma che cazzo ci andavamo a fare in quella grande banca di Milano io modestissimo figlio di Peppi Taverna, il barone calvo Pietro Alberto Coffari, il birichino Giacomo Bellecca, l’inquietante parente del Di Martino presidente del Banco di Sicilia, Roberto Pepe (la De Guglielmo marpionissima segretaria del capo servizio me l’aveva combinata grossa). Quindi il bresciano ragioniere Gianfranco Pretto, mio fedelissimo pronto a svelarmi la trama del barone Coffari che voleva disarcionarmi da capo missione praticando una sorta di ammutinamento ispettivo. Già! stravedeva per l’ andreottiano Machiarella, allora potentissimo satrapo delle democristiane manovre faccendiere. Che dire del rappresentare dell’Ufficio Italiano dei Cambi Giuseppe Chiaparino? Ancora devo capirlo). Una piccola armata brancaleone quasi totalmente meridionale, senza radici affaristiche di alto bordo nel umidissimo mondo meneghino in una delle mercantili finanziarie facenti capo al Cardinal Montini e al sapiente Giordano dell’Amore! Milano bruciava nel sole nebbioso ad alto contenuto di umidità. Per qualche giorno potevamo abbeverarci nelle fontanelle aziendali. Poi, non ci fu neppure quell’acquea. Davvero la liquidità bancaria dell’avvocato Sindona si era prosciugata. Da metterlo quindi in liquidazione coatta? Che grande crimine mediatico! Sindona sino al 1973 era l’AVVOCATO per eccellenza. Batteva Gianni Agnelli. Andreotti lo aveva scelto come Governatore della Banca d’Italia; doveva succedere ad un dimissionario coatto Guido Carli che aveva rotto con quelle sue predicazioni mariane quali persino Montanelli dileggiava risultandogli Incomprensibili. In un viaggio aereo allora lungo da New York a Roma Sindona si era avvicinato a Carli che pur dormiva con la mascherina agli occhi, per avere un dialogo: quasi un passaggio delle chiavi di Via Nazionale 91. Carli si irritò e lo mandò a quel paese. Già, il gobbetto Cuccia e l’arrogante La Malfa padre lo stavano cucinando al povero Sindona. Altro che governatore, finì suicidato con il veleno pare posseduto solo dalla consorteria israelita di Tel Aviv. Dopo toccò a me: una bella donna israeliana viene a Racalmuto tutto sommato per indagare su un minuscolo Calogero Taverna. Sono ancora vivo e quella esecuzione divisata dal Mossad non ebbe seguito. Ma il 3 marzo 1980 il giudice Imposimato col fratello trasversalmente ucciso dalla camorra napoletana mi convoca irritualmente nelle secrete della polizia di Viale dell’Aeronautica di Roma. Mi mostra una gigantografia del mio compaesano Joe Macaluso e truce vuole sapere se lo conoscevo. Dissi subito di sì. Era di un mio compaesano tutto sommato amico di famiglia. Veniva dall’America ed era accompagnato da un biondo quarantenne mio compagno di liceo, di professione gigolò. Li portai alle Tavernelle a sbafare a mie spese e quindi erano andati per la loro via. Invero tentavano di farmi passare al servizio di Michele Sindona – Con aereo personale mi avrebbero portato in Svizzera a colloquiare con il genero di Sindona, il manager Magnoni. Dissi che soffrivo di mal d’aria; “Ma La veniamo a prendere con una Rolls Royce”. Dissi che soffrivo di mal d’auto. Mi volevano consegnare un dossier difensivo di Michele Sindona. Manco lo volli vedere. Diversa sorte toccò a Leonardo Sciascia che interrogato da Falcone, barcollò. Falcone lo minacciò come colluso con la mafia. Sciascia si terrorizzò. Anche perché dopo il Falcone pavoneggiandosi si vantò con Marcelle Padovani di aver fatto passare un brutto quarto d’ora allo Scrittore. Lo scrittore che era uomo pavido se ne impressionò tanto da mandare in frantumi le sue difese immunitarie e purtroppo anzitempo volò in cielo. Oggi risposa alquanto inquietantemente in una tomba nel cimitero di Santa Maria di Giesu (sic); a prova di bomba atomica, invece ci risulta allagata per rottura dei tubi per la malconcia rete idrica municipale. Siamo a Racalmuto: in piazza una iperrealista statua per niente somigliante a Sciascia; al teatro una supergigante foto del nemico Falcone. Insomma, quella contraddittorietà del capitalismo globalizzato capace di accogliere nel suo grembo tesi antitesi e sintesi. Successe al povero Sindona: era del tutto incolpevole. Da modesto avvocato in quel di San Piero Patti, partecipò ad un equivoco raduno all’Hotel delle Palme a Palermo. Invero, dopo essere sostenuto nientemeno da Mattioli, poté entrare nel capitale sociale della cattolica Banca Privata Finanziaria ed avere incarichi amministrativi. In effetti divenne anche presidente del CdA, ma della sola Banca Privata Finanziaria. Nella Banca Unione non aveva cariche amministrative. De Sario nel suo rapporto ispettivo accusatorio non sa trovare altro che una consulenza per stabilire gli alti compensi dello staff apicale di quella Banca. Ma De Sario non riesce a dare contezza su nessuna malagestione dell’avvocato Michele Sindona nella Banca Unione S.p.A. Milano. Il De Sario a pag. 85 del suo supponente rapporto si strappa le vesti per la “parcella prodotta dal dr. Matteo Maciocco - per conto dello studio dell’avv. Michele Sindona - alla Banca Unione per prestazioni svolte a tutto il 30-8-1972”. E per una siffatta inezia il Sindona va considerato il bancarottiere della Banca Unione che non ha mai amministrato? Ma ecco il grande l’imperdonabile crimine di stato giubilante l’avvocato Michele Sindona. Sindona non aveva responsabilità apicali nella Banca Unione, l’ammiraglia del cosiddetto crack Sindona. Sindona soprattutto non aveva partecipato - in quanto non ammesso – nei consigli di amministrazione che avevano concertato la immane speculazione valutaria (da me poi percepita come antispeculativa gestita dai governatori delle banche centrali del mondo come da tabulati pubblicati in coda a questo malcapitato romanzetto La Donna Del Mossad). Giudici con la pistola alla Viola, sommessi giudici istruttori alla Urbisci, magistrati alla Colombo, tribunale di Milano e Corte di Cassazione di Roma, nulla capirono. Non capirono che andavano a condannare per bancarotta fraudolenta i geni della gestione ‘Italia’ che andava a gonfie vele, mentre il crack scaturiva dal reparto speculativo (per me antispeculativo) dei cambi valutari, la famosa difesa del Serpente Valutario del geniale Ossola. Poveri giudici che ne sapevano di forward swap spot e cambi attesi. Ma era lì che era scoppiata Banca Unione di cui ci dice il buon De Sario a pag. 85 che presidente era l’avv. G. Vechieri e l’AD il dr. Carlo Bordoni. Altro che Sindona. Quanto a me io con un avverbio “autocraticamente” diedi al buon Carli un sospiro di sollievo. Potevo lucrare lautamente ed invece mi metto a pubblicare fissati bollati di corrotti generali e sommi politici, e dare alle stampe da Feltrinelli Soldi Truccati. Imposimato alla fine bonario mi avverte che me ne stessi buono altrimenti vi poteva essere qualche sentenza di morte della malavita americana. Tra un asino vivo e un dottore morto preferii la parte dell’asino vivo. Ma beccai una depressione bipolare decennale. Ora dopo mezzo secolo ho voglia di attaccar briga. Ma nessuno darà peso a un modesto nonagenario di paese.